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Condotto Pubblico

Il Condotto pubblico è una poderosa opera che si estende per 13 km nella Piana di Lucca e attraversa la città da nord-est a sud-ovest. Tra i lucchesi è conosciuto semplicemente come "il fosso", ma in realtà è una delle arterie idrauliche più maestose ed efficienti mai costruite sul territorio.

 

 

 

 

Voluto dalla Repubblica Lucchese verso la fine del 1300, per secoli è stato una risorsa importante e strategica per le attività manifatturiere tipiche: ha fornito energia a molti opifici significativi per l'economia cittadina, come i mulini, le filande e i lanifici per la lavorazione e coloritura dei tessuti, le officine meccaniche e, in tempi più recenti, le industrie tessili (cotonifici, jutifici) e le cartiere, per le quali l'acqua è elemento indispensabile per la produzione. A partire dal XVII secolo, il Condotto pubblico è stato utilizzato anche per alimentare un'efficientissima rete di canalizzazioni, necessarie all'irrigazione dei campi nella campagna circostante. A fine Ottocento e soprattutto con l'inizio del nuovo secolo, ha perso progressivamente d'importanza, perché nuove scoperte scientifiche (il motore a vapore, l'energia elettrica, il motore a scoppio) sono diventate in breve tempo le nuove forze motrici delle nascenti industrie moderne.

La acque del Condotto, le stesse del fiume Serchio dal quale deriva, dopo aver percorso un bel tratto di pianura, entrano nella "città murata" e ne escono gettandosi in un altro canale molto più grande, l'Ozzeri

Il percorso all'interno del centro storico inizia dalla caratteristica via del Fosso, che coincide con il fossato che in epoca medievale era a protezione della cinta muraria della città. Le acque continuano a scorrere sotto la sede stradale in Corso Garibaldi ed escono, infine, dalla città immettendosi nel canale Piscilla, che confluisce a sua volta, più a sud, nel canale Ozzeri.

L'Ozzeri, in antichità navigabile, segue un percorso alle pendici delle colline e delle montagne (Monte Pisano), che dividono la piana di Lucca da quella di Pisa. Storicamente importante, era il canale principale di un reticolo di fossati che, oltre a regimare e raccogliere la grande quantità d'acqua, di origine alluvionale, di cui era ricca la piana lucchese, collegava l'antico bacino del Lago di Bientina con il fiume Serchio ad ovest della città.

Da questa confluenza (Piscilla-Ozzeri) si snodano due suggestivi percorsi: uno ad est si dirige prima verso l'Acquedotto monumentale del Nottolini per poi proseguire nel territorio di Capannori; l’altro verso ovest si dirige appunto verso il fiume Serchio. Questi itinerari naturalistici e paesaggistici attraversano graziosi paesi e borghi, in origine piccoli villaggi di contadini, che qui vivevano passando la giornata a lavorare la terra, per poi rientrare la sera nello loro umili dimore, disposte nella tipica forma "a corte": piccole case a schiera, generalmente su due file, con annessa capanna e dietro orti e campi.