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Chiesa di Santa Maria Corteorlandini

Uno degli esempi migliori del barocco lucchese, la chiesa di Santa Maria Corteorlandini ha in realtà origini ben più antiche. Molto probabilmente fa parte di un gruppo di edifici religiosi costruiti in età longobarda. Gli scavi archeologici del 2017 hanno portato alla luce una necropoli databile al VI secolo d.C. che rende plausibile l’ipotesi della presenza di un edificio sacro di un certo rilievo, già in periodo altomedievale. 

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INDIRIZZO: Via Santa Maria Corteorlandini, 10 Lucca

 

Non a caso il nome Corteorlandini deriva dalla collocazione originaria della chiesa stessa, che si trovava nella Curtis Rolandinga, ossia nella corte della famiglia di Rolandinghi che qui risiedeva.
Come ricorda u'epigrafe posta vicino alla porta della sagrestia, la chiesa fu ricostruita completamente nel 1188 dal maestro Guido: di questa costruzione sono ancora visibili, dopo la ristrutturazione cinquecentesca, solo il fianco meridionale e le due absidi laterali. Il campanile in laterizio risale al XIV secolo.

La storia della chiesa è strettamente legata ai Chierici Regolari della Madre di Dio. La congregazione fondata nel 1574 da Giovanni Leonardi di Diecimo, sacerdote formatosi nel convento domenicano di S. Romano e santo patrono dei farmacisti. Nel 1580 la Congregazione ottenne la sede in Santa Maria Corteorlandini e in pochi anni divenne il centro culturale più in vista della città.
Il ruolo di rilievo ricoperto dalla Congregazione nel periodo della Controriforma è testimoniato dalla magnificenza dell’interno della Chiesa stessa, raro esempio di linguaggio Barocco a Lucca.

Capitelli, archi, soffitti dipinti, volte ornate da affreschi e stucchi , acquasantiere cinquecentesche, un pulpito ottagonale avvinghiato a una colonna, una splendida cantoria dipinta dell'organo con la balaustra di colonnine, contribuiscono a dare l’impressione di meraviglia e teatralità tipica dello stile Barocco.

Nel 1662 fu edificata la cappella della Madonna di Loreto contenente la copia esatta della S. Casa del famoso santuario marchigiano. Per questa presenza, da secoli, la chiesa viene chiamata popolarmente: Santa Maria Nera.
Accanto alla chiesa fu eretto il convento, oggi in parte destinato a sede della Biblioteca Statale. Il riassetto fu completato all'inizio del XVIII sec. con una complessa decorazione ad affreschi e stucchi affidata a Pietro Scorsini e Domenico Brugieri. 

La chiesa ospitava un tempo anche pregevoli opere di artisti del calibro di Luca Giordano e Guido Reni: il primo dipinse un´Assunta andata distrutta in un incendio all'inizio del Novecento, mentre al secondo si debbono due opere, oggi collocate l´una agli Uffizi, l´altra al museo di Villa Guinigi. Ricca è anche la rappresentanza di alcuni celebri pittori locali, da Francesco Vanni, a Giovanni Marracci a Gaspare Mannucci. Di pregevole fattura sono anche il tabernacolo eucaristico in argento e lapislazzuli, attribuito all’orafo fiammingo Giovanni Vambrè il Vecchio e la collezione di paliotti da altare.