Angelo Lippi, già curatore dell'Orto Botanico di Lucca ed esperto conoscitore delle piante officinali, parlerà delle erbe spontanee ad uso alimentare del nostro territorio. Un argomento che se da un lato coivolge sempre più appassionati, desiderosi di riscoprire il proprio territorio e le tradizioni culinarie ad esso legate, dall'altro porta spesso le persone ad improvvisarsi esperti raccoglitori. Da questi spunti nasce una serata per impare a conoscere nel modo corretto le prelibatezze che crescono nei nostri territori.

Partendo da un'analisi delle fonti storiche che documentano l'uso di erbe selvatiche per l'alimentazione umana in Lucchesia, Angelo Lippi cita tra i primi Costantino Felici, studioso della seconda metà del '500, al quale si deve un'ordinata rassegna delle piante «utili come cibo per uomini», anche se l'uso tra le classe più povere della popolazione risale a tempi assai più remoti. Sempre in ambito lucchese nel '600 i fratelli Baldassarri descrivono alcune erbe tra cui il Crescione (Nasturzio Officinale) come pianta di comune uso alimentare. Lo stesso conte Mazzarosa parlando dell'agricoltura lucchese racconta l'uso dei contadini di cibarsi di erbe spontanee.

Tutti i documenti sono concordi nel riportare l'uso alimentare di erbe spontanee tra le classi più basse della popolazione, quindi più povere e più affamate, per cui la conoscenza degli erbi buoni ha costituito per secoli un sistema valido e a buon mercato per tamponare la fame. Oggi il mantenimento o la riscoperta di tale tradizione riveste un valore di vera e propria cultura popolare, poiché se si pensa che a comporre alcune ricette tradizionali di zuppe di erbi concorrono fino a quaranta specie differenti, appare restrittivo ritenere semplice tradizione questa mole di conoscenze acquisite spontaneamente nel corso dei secoli. Nulla toglie che il mantenimento di queste possa trasformare, oggi, quella che era una necessità di sopravvivenza in un salutare uso da buongustai.